(PARTE PRIMA)
SEGRETI E BUGIE
Di Carlo Monni
I Vendicatori creati da Stan Lee & Jack Kirby
I Vendicatori Costa Ovest creati da Roger Stern & Bob Hall
Polaris creata da Arnold Drake & Don Heck &
Werner Roth
Magneto creato da Stan Lee & Jack Kirby
Supervisione: Fabio Volino,
Amichevole assistenza: rossointoccabile, Mr. T
Stan Lee/Jack Kirby/Roy Thomas/Chris
Claremont numi tutelari
PROLOGO
Molti anni
fa. Panama City, Panama. L’uomo seduto al tavolino del bar ha un
aspetto distinto ed elegante. Indossa un abito
bianco, decisamente immacolato, bianchi sono pure i suoi capelli, i suoi
occhi scintillano al sole passando dal grigio all’azzurro. Apparentemente
sembra solo un turista come tanti, ma chi si disturbasse ad analizzarlo più
attentamente troverebbe che sotto l’aria apparentemente annoiata i suoi sensi
sono all’erta come se fosse pronto a reagire istantaneamente a qualsiasi
imminente pericolo. Quando la coppia si avvicina, lui li ha già valutati con un
rapido sguardo: l’uomo ha a malapena 30 anni, capelli castani, fisico asciutto,
cammina con sicurezza; la donna è più
incerta e nervosa, ma è bella, fisico da modella e lunghi capelli biondi.
Perché l’uomo l’ha portata con se quando è chiaro che è fuori posto?
.-Mr.Magnus,
suppongo.- dice il
giovane fermandosi davanti a lui.-
accento americano, New York, forse? L’uomo dai capelli bianchi non sa
dirlo con certezza, del resto la sua padronanza della lingua inglese è cosa
relativamente recente.
-Può essere.- risponde –Chi vuol
saperlo?-
-Mi chiamo Parker, Richard Parker
e rappresento gli interessi americani in quest’affare.- risponde il giovanotto
sedendosi al tavolo
-In parole povere è della C.I.A..-
ribatte Magnus imperturbabile –E la signorina con lei? Sua moglie?-
-Ehm, no.- risponde imbarazzato il
giovanotto ritirando in fretta dal tavolo la mano sinistra su cui spicca una
fede all’anulare –Lei è una collaboratrice preziosa… è lei che ha scovato il
nostro uomo ed ha buoni motivi per volerlo trovare.-
La
ragazza lo guarda e Magnus si ritrova a fissare due magnifici occhi verdi. Per
un attimo si perde in quello sguardo. Non sono come quelli della sua adorata
Magda, la moglie che ha perduto ormai più di un anno fa e non hanno nemmeno
l’intensità di quelli di Isabelle, ma sono, è ironico che proprio a lui venga
in mente quell’aggettivo, magnetici. La distrazione termina mentre la ragazza
parla:
-Forse non ha capito: mi chiamo
Anja Horvat.-
Per
la prima volta l’uomo dai capelli bianchi ha un fremito:Anja come… in quel momento un uomo si avvicina ed estrae
una pistola cominciando a sparare contro di loro.
L’uomo
dai capelli bianchi alza una mano ed i proiettili ricadono a terra senza
conseguenze per nessuno. Ancora agita la mano
e la pistola dell’uomo gli esplode in mano.
Mentre
lo sparatore cade in ginocchio toccandosi la mano fracassata, l’uomo chiamato
Magnus gli si avvicina e, presolo per il bavero, lo solleva senza sforzo.
-Chi ti ha mandato?-gli chiede con
voce dura.
-Non lo saprai mai da me, sporco
ebreo.- replica sprezzante l’altro –Morirò prima di parlare.-
-Si, forse lo farai.-
L’uomo
stringe i denti, si contorce e poi s’irrigidisce, mentre un filo di bava gli
esce dalla bocca. Lasciandolo ricadere come un sacco di patate, Magnus si
rivolge all’agente americano:
-Mr. Parker, sembra che la nostra
preda voglia fare il cacciatore. La staneremo insieme e non ci sfuggirà.-
1.
Oggi. Penisola di Palos Verdes, Los Angeles County,
California. Lorna Dane si alza dopo una buona notte di sonno.
Sente ancora un po’ i postumi dello sforzo fatto durante lo scontro con
Alkhema,[1]
ma sa che presto si sentirà meglio. Una mezz’oretta di esercizi fisici per
sciogliere i muscoli, poi si tuffa sotto la doccia e lascia che l’acqua calda
lavi via ogni residuo di stanchezza e forse anche le sue inquietudini
personali. Dopo l’acqua calda si lascia investire da un getto d’acqua fredda,
giusto per schiarirsi le idee, poi torna nella sua stanza e sceglie il costume
da indossare tra quelli che le ha
inviato tempo prima Janet Van Dyne. Sceglie una versione del suo primo costume, verde smeraldo, con
guarnizioni nere, aderente a fasciare le sue forme e con una scollatura ampia, ma non volgare. Si allaccia
una corta mantellina e prende in mano una specie di tiara su cui scintillano
pietre simili a smeraldi. Sorride ponendosela sul capo ad incoronare i suoi
capelli verdi, poi indossa i lunghi guanti ed infine si sente pronta per
scendere. Non è stata una cattiva idea, dopotutto, unirsi a questi Vendicatori.
Aveva proprio bisogno di qualcosa che le restituisse un po’ di sicurezza di se
dopo essersi fatta irretire da Magneto a Genosha ed il fallimento della sua relazione con Alex.
Lasciarlo è stata una decisione dolorosa, ma necessaria. Lorna ricorda ancora
troppo bene il dolore di quando pensava che
fosse morto e lui non si era nemmeno disturbato ad avvertirla del suo
ritorno, l’aveva data per scontata e lei non poteva tollerarlo. E allora perché
sente quel vuoto nel suo cuore da quando lui è morto un'altra volta? Lo amava
ancora, forse? Ed è una domanda che ha senso ormai?[2]
Entrata
nella saletta da pranzo, dove ci sono già altri membri del gruppo, li saluta
distrattamente, poi uno degli inservienti si rivolge a lei:
-È arrivata una lettera per lei
Señorita Polaris.-
-Una lettera per Me? E chi
potrebbe mai scrivermi?-
-Magari è una lettera d’amore di
un ammiratore.- commenta Starfox.
-Piantala di dire sciocchezze,
Eros- lo rimprovera Lorna.
-A giudicare dai timbri postali,
direi che è in giro da molto.- interviene Miguel Santos, il Fulmine Vivente.
-Non hai torto, ha davvero
viaggiato molto prima di trovarmi. Ma chi la manda? Vediamo il mittente.- Lorna
impallidisce improvvisamente e la lettera le sfugge di mano, fluttuando in aria sino ricadere su un tavolino. D-Man le si
avvicina preoccupato e le chiede:
-Che succede? Di chi è la
lettera?-
La
voce di Polaris trema mentre risponde:
-È… è di mia madre.-
Da
un’altra parte della Contea di Los Angeles, nella villa del magnate multimilionario Kenneth
Donalbain sta avendo luogo un incontro che avrà i suoi riflessi futuri sui
Vendicatori.
-Ha ben capito quel che le
chiedo?- è la domanda del padrone di casa.
-Perfettamente.- è la risposta,
del tutto priva della benché minima emozione, del suo ospite -È un compito
che posso portare a termine, ma è
impegnativo ed io costo molto.-
-Lo so, ho già provveduto ad
accreditare l’anticipo richiesto, 20 milioni di dollari, sul conto cifrato alle
Isole Cayman che mi ha indicato, il resto del compenso a lavoro ultimato.-
-Molto bene.-
-Quando conta di entrare in
azione?-
-Non appena avrò ultimato lo
studio dei bersagli, ma non tema: è solo questione di trovare il sistema più
appropriato, ma può cominciare a considerare i bersagli come se fossero già
morti.-
E
Donalbain annuisce. Gli costerà una vera fortuna, ma se questo assassino è
all’altezza della sua fama, ne sarà valsa la pena pur di vedere la fine dei
maledetti Vendicatori.
La
lettera sfuggita dalle mani tremanti di Lorna è caduta su un tavolino accanto a
lei ed è prontamente raccolta dalla mano guantata del Calabrone.
-Una lettera di tua madre, hai
detto?- le si rivolge –Pensavo che fosse morta quando eri bambina.-
-È così, infatti.- replica Polaris
con voce ancora sconvolta –Lei e la zia che mi ha allevato dopo la sua morte.
Sono morte entrambe. Deve essere uno scherzo… uno scherzo di cattivo gusto,
deve esserlo.-
-Non è detto. A prima vista la
busta sembra abbastanza vecchia da essere in giro da parecchio tempo.
Un’analisi della carta mi permetterebbe di essere più preciso. Posso farla in
pochi minuti.-
-Allora falla, voglio sapere la
verità. Se è uno scherzo voglio scovare il responsabile e fargliela pagare e se
non lo è… se la lettera è autentica…-
Lorna
non finisce la frase. Henry Pym si
limita ad annuire.
2.
Molti anni fa. Da qualche parte in Sud America. Un uomo come tanti, questo è quello che è ora
di fronte all’uomo chiamato Magnus nella sua camera d’albergo ed a cui
l’enigmatico uomo dai capelli bianchi si rivolge con accento sarcastico:
-Comando? Direi che è un nome
impegnativo per uno che tutto sommato sembra un uomo qualunque?-
-Non si faccia ingannare dalle
apparenze Mr. Lensherr.- replica l’uomo -Lei per primo dovrebbe sapere che
possono ingannare. Lei, ad esempio, sembra un comune essere umano con un gusto
un po’ eccentrico in fatto di capelli, ma sia io che lei sappiamo che invece è
molto di più.-
-Sembra sapere molte cose di me,
Mr… Comando… come il mio vero nome... O forse crede di saperle, ma potrebbe
ingannarsi.-
Un
sorrisetto increspa le labbra dell’uomo:
-Ne dubito, ma questo non è il
punto: io rappresento un… consorzio molto importante ed interessato a lei ed ai
suoi talenti particolari ed è per questo che abbiamo investito tempo, denaro e
uomini per portarla aldiquà della Cortina di Ferro. Qualche decina d’anni fa i
superumani erano più comuni, per quanto pochi, poi sono scomparsi tutti dalla
scena ed ora uno come lei non può restare inutilizzato. Conosco la sua
rabbia e posso offrirle un modo di
incanalarla nella giusta direzione. Posso offrirle il modo di dare la caccia ai
cattivi, di punire coloro che hanno fatto del male a lei ed alla sua famiglia.-
-Continui, m’interessa.-
Oggi.
Tenuta dei Vendicatori Ovest. Henry Pym esce dal laboratorio ed
un’ansiosa Lorna le si rivolge:
-Allora?-
-Beh…- comincia Hank –… posso
dirti che la carta e l’inchiostro risalgono ad una trentina d’anni fa. La
lettera è autentica. È rimasta dimenticata per errore dietro uno scaffale del
vecchio ufficio postale di Taos in New Mexico ed è stata ritrovata di recente
durante una ristrutturazione. Le autorità postali hanno deciso di inoltrarla
comunque, ma il mittente non stava più all’indirizzo originale e così ha fatto il giro di mezza
America prima che qualche zelante
funzionario scoprisse che Lorna abitava
qui e gliela inoltrasse.-
-Hai scoperto tutto questo
dall’analisi della carta e dei timbri postali?-commenta Greer Nelson
stupefatta.
-A dire la verità, dopo aver scoperto
qual’era il timbro più vecchio mi sono limitato a telefonare all’ufficio
postale di Taos.-
-Complimenti Sherlock.- commenta
She-Hulk -Peccato che la tua ricostruzione abbia almeno un paio di buchi.-
-Ah s? E quali Jennifer?-
-Primo: il vero nome di Polaris e
di conseguenza il fatto che Lorna Dane viva qui non è di pubblico dominio.
Certo, magari quel funzionario postale era davvero molto zelante, ma rimane il
secondo fatto e cioè il fatto che ho sbirciato il nome sulla busta e non è
indirizzata a Lorna o almeno non lo era… prima che qualcuno facesse un rigo sul
nome del destinatario e ci aggiungesse il nome “Polaris” ed il nostro
indirizzo.-
-Hai ragione… è molto strano.
Dobbiamo indagare su questa storia.-
Ma
intanto Lorna ha aperto la busta ed ha cominciato a leggere.
Molti anni fa. Aeroporto J.F.K. New York City. La donna
bionda esita di fronte alla cassetta della posta e fissa la busta che tiene in
mano. Ancora una volta si chiede perché abbia sentito il bisogno di scrivere
quella lettera, un impulso che non sa spiegarsi. Non è la prima volta che
parte, quindi perché preoccuparsi?
-Anja hanno chiamato il nostro
volo.- le dice l’uomo che l’accompagna.
-Arrivo.- risponde lei.
Rapidamente infila la lettera nell’apposita fessura, poi corre via ignara che
per lei non ci sarà ritorno.
3.
Oggi.
Città-Stato di Attilan, Slorenia, Europa Orientale. Pietro Maximoff,
altrimenti noto come Quicksilver è
decisamente scontento. In questo momento preferirebbe di gran lunga rimanersene in santa pace con
sua moglie e sua figlia e godersi un po’ di sana vita familiare, un
privilegio spesso negato a quelli che
hanno scelto il suo tipo di vita. Scelto? Diciamo piuttosto che gli è stato
imposto: lui e sua sorella Wanda avrebbero volentieri fatto a meno di tutti i
guai e sofferenze che hanno dovuto
sopportare nel corso degli anni, ma il destino aveva deciso altrimenti. È stata
colpa dei loro poteri mutanti o avrebbero potuto comunque aspirare ad avere una
vita normale se non fossero stati arruolati nella cosiddetta Confraternita dei
Mutanti Malvagi proprio dallo stesso uomo che è la ragione per cui è scontento:
Magneto, autoproclamato Signore del Magnetismo ed attuale Governante di
Genosha?
Magneto.
Pietro non sa dire cosa prova realmente per lui: un misto d’odio, diffidenza e
qualcos’altro, qualcosa che non riesce a definire o non vuole definire. È suo
padre e questo è un dato di fatto a cui ha dovuto abituarsi da quando entrambi
hanno scoperto questa dura verità, ma non vuol dire che gli piaccia. Eppure
Magneto sembra aver intrapreso una strada di cambiamento e lui deve dargli il
beneficio del dubbio, anche se questo significa correre dei rischi. Per questo
medita di accettare la proposta di essere, uno degli osservatori che saranno
mandati a sorvegliare che le promesse elezioni libere di Genosha[3]
si svolgano in maniera regolare. Insomma: Magneto avrà anche detto di essere
cambiato, ma noi non ci fidiamo di lui giusto?
A
supervelocità Quicksilver percorre
l’intero perimetro di Attilan in meno tempo di quanto ci voglia a dirlo.
Correre è il suo modo di allontanarsi
dai problemi del mondo ed a volte si
chiede come facciano gli altri esseri umani che non possono provare le sue
stesse sensazioni. Quando si ferma vede un uomo, uno dei funzionari ONU di
stanza nella ricostruita capitale della Slorenia, che gli fa dei cenni.
-Che succede Mr…-una rapida
lettura del cartellino -… Hoskins, Magneto ha revocato le elezioni?-
-No, no.- risponde l’uomo -È
arrivato un messaggio riservato personale per lei, Priorità Vendicatori.-
-Vendicatori? E che possono volere
da me? Mi mostri il messaggio.-
Tutto
questo è molto insolito. Se i Vendicatori volevano comunicare con lui, perché
non hanno usato
-Assolutamente incredibile.-
Deve
parlarne a tutti i costi con Magneto e magari con il Professor Xavier ed anche
alla svelta.
Molti
anni fa. Valparaiso, Cile. L’uomo chiamato Comando entra in una stanza bianca ed arredata molto
sobriamente. All’interno c’è un uomo alto con i capelli e la barba grigi.
-Allora…- chiede con voce priva di
qualunque emozione -... mi ha portato quello che le ho chiesto?-
-Si, Dottor Milbury...- risponde
Comando. Non lo vorrebbe mai ammettere, ma quell’uomo lo intimidisce –... ma
continuo a non capire perché ha voluto questa bambina e non anche l’altra.-
-I miei motivi non la
riguardano e comunque se fosse dipeso da
lei questa bambina sarebbe morta con i suoi genitori e invece vivrà come sua
sorella.-
Comando
se ne va. In un angolo della sua mente c’è l’idea che il fato della bambina
sarebbe stato più misericordioso se fosse morta anche lei, che nelle mani di
quel Milbury. Se solo metà delle storie che ha sentito su di lui sono vere… ma
in fondo, che gli importa del destino di
quella bambina?
Nella
stanza l’uomo chiamato Milbury culla tra le sue braccia la neonata che non
dimostra più di un mese di vita.
-Tua madre doveva morire.- dice
–Ma per te e tua sorella Lorna ho in mente un destino decisamente molto più
interessante mia piccola Zala Dane.-
4.
Oggi. Quartier Generale dei
Vendicatori Ovest. Lorna Dane alza gli occhi dalla lettera che ha appena
finito di leggere. Sul suo volto è evidente il turbamento.
-Lorna, che succede?- le chiede
Greer. -Che dice la lettera?-
Passa un po’ di tempo prima che Lorna trovi il fiato per rispondere:
-Mia…mia madre scrive a sua
sorella e… e…scusatemi.-
Senza dire altro Polaris si allontana e She-Hulk raccoglie la lettera che ha lasciato cadere.
-Forse non dovremmo…- prova a dire il Fulmine Vivente.
-Sciocchezze.- taglia corto She-Hulk –Questa storia non mi piace, voglio sapere cosa l’ha sconvolta.- Jennifer Walters legge rapidamente la missiva e… -Oh, cavolo!-
-Che c’è?- chiede Greer.
-La lettera è della madre di Lorna. A quanto pare lavorava per il Governo. Era in Centro America per dare la caccia ad un criminale nazista ed ha conosciuto un uomo che doveva aiutarla. Lo descrive come un uomo misterioso, ma affascinante con i capelli precocemente bianchi e che si fa chiamare Magnus.-
-Oh santo cielo.- esclama Greer
–Non quel Magnus, vero?-
-Continua.- la esorta cupo
Calabrone.-
-C’è poco da dire. Non si dilunga in particolari, ma dice che lei e quel Magnus hanno avuto una breve, ma intensa relazione e quando al termine della missione è tornata negli U.S.A. ha scoperto di essere incinta. A quanto pare era sposata ed al marito ha detto che le gemelle erano nate premature di qualche settimana e lui se l’è bevuta.-
-Hai detto gemelle?- chiede Calabrone.
-Si… pare che Lorna avesse una gemella e la madre chiede alla sorella di occuparsene se a lei ed al marito dovesse accadere qualcosa. Sembra avere dei timori, ma non dice perché.-
-Timori giustificati, direi.-
commenta Henry Pym –Sua madre e suo padre, il suo padre legale perlomeno, sono
morti poco dopo che questa lettera è stata scritta.-
-Sei molto informato.- interviene
Miguel Santos.
-Mi sono letto il file personale
di Lorna quando si è unita al gruppo ed ho un’ottima memoria.-
-Credevo che i nostri files
fossero protetti dal nostro diritto alla privacy.- ribatte She-Hulk.
-Non quando un nuovo membro del
gruppo è stato sotto controllo mentale almeno un paio di volte ed è stato anche
collaboratore di Magneto. Come capo del gruppo era mio diritto, se non dovere,
fare un controllo accurato su di lei.-
-A proposito di Magneto…- intervene ancora il
Fulmine Vivente -…pensate che lui…-
-Non è importante al momento.-
taglia corto Greer Nelson –Pensiamo piuttosto all’effetto di queste rivelazioni
su Lorna. A proposito… dov’è finita?-
Nessuno
dei presenti sa dirlo.
Molti
anni fa. Panama City, Panama. L’uomo e la donna sul letto sono nudi, coperti
a malapena dalle lenzuola sfatte. Lui, l’uomo dai capelli bianchi chiamato
Magnus è disteso supino e lei, la donna bionda di noma Anja Horvat, è sdraiata
col capo sul suo petto.
-Non avremmo dovuto farlo.- sta
dicendo lei.
-Forse no…- replica lui -… ma ormai
è tardi per pensarci, direi.-
-Si hai ragione, eppure… tu non
hai nessuno che ti aspetta a casa? Ho visto che porti la fede.-
-Avevo una moglie una vita fa, ma
è… andata via.-
-Capisco. Io ho un marito invece…
ci siamo sposati poco più di un anno fa e non avrei mai pensato di
tradirlo…prima di te.-
Magnus
le accarezza il volto:
-Comprendo, piccola Anja.- le dice
–Tuttavia… abbiamo avuto un’esperienza dura in questi giorni e questo ci ha
reso vulnerabili, capita tra sopravvissuti.-
-Parli per esperienza?- gli chiede
Anja.
-Sono un artista della
sopravvivenza io.- replica lui –Per questo ti dico: tra pochi giorni tu
partirai per tornare a casa tua ed io… beh andrò dove mi manda il destino. Fino
ad allora… perché preoccuparci? Quello che gli altri non sanno non può
ferirli.-
La
bacia con trasporto e lei ricambia, poi mentre si rotolano sul letto lei riesce
dire.-
-È un modo molto cinico di vedere
la vita.-
-È stata la vita a rendermi così.-
replica Magnus.
Ma
una parte di lui si chiede se sia vero.
Oggi. Hammer Bay, Capitale di Genosha, Isola-Stato
dell’Oceano Indiano, proprio di fronte al Madagascar, Africa Sud Orientale. Ci possono
essere due uomini più diversi di questi due? Uno è Charles Francis Xavier,
chiamato anche Professor X, un prodotto dell’alta borghesia statunitense, un
uomo segnato da varie tragedie personali, intrappolato su una futuristica sedia
a rotelle da una spina dorsale irrimediabilmente spezzata, un mutante dai
grandi poteri mentali, un uomo roso da molti dubbi e con una sola grande certezza:
il suo sogno di pacifica convivenza tra umani e mutanti in cui non vi sia più
discriminazione di razza, sesso, religione e differenze genetiche. L’altro è
Erik Magnus Lensherr, noto anche come
Magneto, un ebreo polacco cresciuto nei ghetti e perseguitato per la sua
religione ed etnia, un uomo la cui vita è stata segnata da tragedie personali;
un uomo che ha sempre avuto l’incrollabile certezza di essere nel giusto,
almeno sino ad oggi, un uomo con un sogno infranto: il domino dei mutarti sui
comuni umani per liberare i primi da ingiuste persecuzioni e discriminazioni.
Possono esistere due uomini più simili di questi due?
Simili
pensieri non interessano Quicksilver mentre entra, incurante di ogni
protocollo, nell’ufficio presidenziale e si rivolge a Magneto:
-Dobbiamo parlare, “padre”.-
Magneto
scuote la testa, sconsolato.
-Pronunci sempre quella parola
come se fosse un insulto, figlio.- dice –Eppure sa il cielo se non ho tentato
di fare ammenda con te e tua sorella per i miei passati errori.-
-Salvo ricaderci ciclicamente.-
ribatte Pietro –Ma non è per questo che sono qui: qualcuno, non so chi, mi ha mandato un messaggio che ci riguarda
entrambi.-
-Percepisco il tuo tormento
Pietro.- interviene Xavier –Posso essere d’aiuto?-
-Questa storia non la riguarda
Professore.- replica brusco Pietro -È una questione di famiglia. Devo sapere
una cosa da te, padre, conoscevi una donna di nome Anja Horvat Dane?-
-Io non… aspetta… hai detto Anja
Horvat? Si: conoscevo una donna con quel nome, ma è stato almeno 25 anni
fa e non pensavo più a lei da allora.
Non ne ho più saputo niente.-
-È morta.- ribatte freddo
Quicksilver –Ma ha lasciato una figlia… il suo nome è Lorna… Lorna Dane.-
Non
capita spesso di vedere Magneto senza parole, ma è proprio quello che accade in
questo caso.
5.
Molti anni fa. Al confine tra Costa Rica e
Nicaragua. L’uomo
sorride rivolgendosi ai suoi prigionieri:
-Siete stati molto stupidi a
credere di potermi prendere di sorpresa, davvero credevate che mi sarei bevuta
la vostra stupida commedia?-
L’uomo
dai capelli bianchi non risponde continuando a saggiare la consistenza delle
sue catene. Non sono ridotti molto bene né lui, né la ragazza. Aveva ragione
nel pensare che fosse troppo pericoloso portarsela dietro, quegli stupidi ed i
loro piani complicati. Bastava che gli dicessero dov’era il bersaglio e ci
avrebbe pensato lui. Come aveva pensato
ai suoi concittadini che gli avevano impedito di salvare sua figlia Anya
dall’incendio? Non era per questo che sua moglie Magda lo aveva lasciato?
Eppure, chi altri meriterebbe la distruzione più di questo branco di nazisti?
-Non parlate? Peccato, perché
dovremo usare le maniere forti e sarebbe un vero peccato rovinare le carni
delicate di una così bella ragazza.-
-Lasciami stare, porco.- ribatte
la donna bionda –Sei stato tu a far massacrare la mia famiglia in Slovenia.-
-Davvero? Interessante. I tuoi
genitori erano forse nel Fronte di Liberazione Jugoslavo? È passato tanto di
quel tempo, non ricordo tutti i nomi di coloro che ho fatto uccidere, ma di
certo tu sembri troppo giovane per essere già nata a quei tempi.-
-Ed anche tu sembri troppo giovane
per l’età che dovresti avere… Heinrich Von
Luntz, SS ed assassino.- interviene
Magnus.
L’uomo sorride.
-Oh si… è stato un piccolo regalo
del mio amico qui presente.- Von Luntz indica il personaggio al suo fianco, una
specie di nanerottolo che al posto della testa ha un’antenna ed una faccia
ghignante sul torace. -È un vero genio nel suo campo.-
-E qual’è il suo campo: lo
sterminio di massa?-
-Oh no, amico mio.- risponde lo
strano essere avvicinandoglisi -È la vita piuttosto… in tutte le sue forme note
ed ignote. Tu hai un corpo forte e vigoroso, saresti perfetto per un certo
trapianto di cervello che ho in mente da anni.-
Magnus
si ritrae al tocco viscido dell’essere, che gli procura un senso di repulsione
mai provato prima, come se in lui ci fosse qualcosa d’innaturale.
-Basta così.- taglia corto Von
Luntz –Prima di ucciderli voglio sapere come hanno fatto a scovarmi, se sono
cani sciolti o se lavorano per qualcuno.- il nazista si scosta per far passare
un uomo che indossa un uniforme paramilitare –Il nostro Hector Santiago è un
ottimo allievo nell’arte della tortura ed è ansioso di mostrarci quanto ha
imparato. Da chi lo facciamo cominciare? Forse la ragazza andrebbe bene,
dopotutto, per quanto bella, è solo una mezzosangue slava.-
-NO!-
Il
grido di Magnus prende tutti di sorpresa ed un attimo dopo si scatena
l’inferno. È qualcosa d’indescrivibile solo con le parole e quando è finito,
l’uomo di nome Magnus è in piedi tra le macerie e si avvicina ad un tremante
Von Luntz in ginocchio.
-Tu… cosa sei?- balbetta l’uomo.
-Il tuo giudice e giuria ed anche
il tuo boia.- risponde Magnus e gli afferra la testa con una mano.
-Cosa mi stai… ahh!-
-Il sangue è ricco di ferro...-
spiega Magnus -… ed io ho il controllo assoluto del ferro. Ora sto facendo
affluire al tuo cuore troppo sangue e troppo in fretta perché possa reggere.-
Von Lunzt si accascia a terra –Buon viaggio all’Inferno nazista.- Magnus si
volge verso Anja Horvat, miracolosamente illesa, o, meglio, illesa perché
avvolta in una bolla di energia magnetica. –Non temere, è tutto finito.-
Le
catene di Anja si aprono, ricadendo a terra. La ragazza è chiaramente
sconvolta.
-Tu… chi…cosa sei veramente?… non
sei umano.- gli dice.
-No, forse, non lo sono. In un
libro una volta ho trovato un termine per quelli come me: mutanti Io…- Magnus barcolla e stavolta è la ragazza
ad aiutarlo a sorreggersi.
-Che ti succede?- chiede –Stai
bene?-
-Si… è solo un mal di testa. Mi
vengono a volte, quando uso il mio potere come ho fatto oggi. Ma non
pensiamoci, ora: dobbiamo raggiungere il luogo d’incontro con l’Agente
Parker. Su, stringiti a me.-
-Ma…perché?-
-Non fare domande, fallo e basta.-
Il
tono non ammette repliche e così lei lo fa. Subito lui si stacca dal suolo
trasportandoli via a velocità sempre crescente.
-È… fantastico!- commenta la
ragazza stringendosi di più all’uomo.
Dieci
minuti dopo sono sulla costa e
raggiungono l’idrovolante dove Richard Parker li aspetta.
-Presumo che sia andato tutto
bene.-
-Von Luntz è morto.- risponde
Magnus –C’erano anche altri con lui, penso siano morti anche loro, ma non avevo
tempo di controllare. Andiamo via adesso.
Due
ore dopo a Panama City Magnus si fa una lunga doccia, si sdraia sul letto ed
aspetta che il mal di testa passi del tutto. Quando bussano alla porta non è
sorpreso di scoprire che si tratta di Anja.
Oggi.
Quartier Generale dei Vendicatori Ovest. Al piano superiore della villa
ci sono gli alloggi personali dei residenti e le camere degli ospiti. Una di
loro è stata riservata in questi ultimi giorni a Julia Carpenter, alias Aracne,
che si sta riprendendo da un duro
scontro con Alkhema.[4] Nella stanza accanto sta,
invece, riposando un ospite speciale: Wanda Maximoff, Scarlet, venuta di
recente per aiutare il Fulmine Vivente a recuperare permanentemente forma
umana. Qualcosa è andato storto, però e per motivi ignoti non solo il tentativo
di cura non ha funzionato, ma Scarlet ha percepito l’arrivo degli alieni Z’Nox[5].
Ora sta recuperando le forze dopo un’esperienza che l’ha lasciata spossata. Il
suo lungo sonno termina quando la porta finestra del suo alloggio si spalanca
improvvisamente e sulla terrazza appare Polaris.
-Lorna!- esclama Wanda subito
vigile –Che vuoi, perché entri così? C’è qualcosa che non va?-
No.- risponde Lorna –Scusami per
l’entrata brusca Non so più nemmeno io cosa sto facendo. Sono sconvolta per…una
cosa che ho appreso e quando mi sono ricordata che tu eri qui, ho capito che
dovevo parlartene.-
-Puoi dirmi tutto ciò che vuoi,
amica mia, ma prima scusami.-
Wanda
si alza dal letto ed ha appena messo i piedi a terra, che si ritrova con
indosso il costume. Lorna rimane allibita, ma che livello di potere ha questa
donna? Si chiede.
-Cosa volevi dirmi?- le chiede
Wanda.
-C’è questa lettera di mia madre
e…-
Polaris
narra a Scarlet quello che ha letto nella lettera e quando arriva al punto
fatale… Wanda la interrompe:
-Aspetta un momento, capisci
quello che dici? Se l’uomo incontrato da tua madre è chi sembra essere,
allora…-
-Lo so, lo so.- replica Lorna –Ed
io devo sapere se è proprio vero, devo essere sicura.-
-Abbiamo bisogno d’aiuto.- è il
commento di Scarlet.
Un
gesto e le due donne si ritrovano nel soggiorno assieme agli altri Vendicatori.
.-Cavoli. Tu sì che sai fare
un’entrata.- commenta Greer Nelson.
-Sono lieto di vederti in forma
Wanda.- commenta Calabrone.
-Me la cavo… e tu Hank, come ti
senti?-
-Sopravvivo. Ora però, la nostra
priorità é Lorna… ha ricevuto delle rivelazioni sconvolgenti ed ha bisogno
d’aiuto.-
-Che aiuto potete darmi?- ribatte
Lorna –Che ne potete sapere voi di cosa significa vedere le certezze su di te e
la tua identità continuamente sconvolte?-
-Io lo so.- ribatte Scarlet –Per
la maggior parte della mia vita ho creduto di essere orfana, poi mi hanno detto
che ero figlia di Trottola e Miss America, due eroi della 2° Guerra Mondiale,[6]
poi è saltato fuori che forse ero figlia dello zingaro Django Maximoff[7]
ed infine che in realtà ero figlia di Magneto.-[8]
-Figlia di Magneto…-mormora Lorna
–Proprio quello che sono anch’io. Quella che credevo una menzogna propinatami
da Mesmero e da un falso Magneto[9]
sembra invece la verità.-
-Questa è una cosa che dobbiamo
ancora appurare.- interviene She-Hulk –Ci sono cose poco chiare in questa
storia. Per esempio: chi ha fatto arrivare questa lettera a Lorna e perché?-
In
quel momento un ronzio avvisa i presenti che qualcuno li sta cercando.
In
questo momento, però, il fondatore della
scuola ed un certo numero di X-Men si trovano a Genosha. Una dura battaglia ha
richiesto un prezzo salato mettendo due X-Men fuori combattimento, ma ne è
valsa la pena, visti i cambiamenti in corso a Genosha e per il gruppo stesso.
L’uomo
in costume in tonalità marrone e arancione è chiamato Wolverine oppure Logan da
chi lo conosce meglio. Non ha altri nomi e se li aveva, li ha dimenticati. In
questo momento lui e gli altri suoi compagni di squadra sono tornati in uno dei
pochi posti che è e sempre sarà la loro casa.
-Francamente amico mio...- sta
dicendo Logan -… non posso dire che
l’ultima mossa di Chuck mi entusiasmi. Passi rivelare al Consiglio di Sicurezza
dell’ONU che è un mutante facendo praticamente saltare la nostra copertura, non
è che m’importi molto in fondo, ma risiedere a Genosha…-
-Detto da quello che approfittava
di ogni occasione utile per filarsela a Madripoor per giocare a fare il Rick
Blaine della situazione – commenta Emma Frost con tono sprezzante -Pensa
piuttosto alle magnifiche opportunità che ci si aprono, la rilevanza
internazionale e quel che ne seguirà. Intanto, con Xavier assente, qualcuno
dovrà pur occuparsi della scuola –
-Già… ed immagino che tu non vedi
l’ora Emma.- commenta Jean Grey.
-Beh mia cara… di certo con tuo
marito infortunato e nel tuo attuale stato non avrai molto tempo per occuparti
della direzione della scuola.-
-Nel mio stato? Che intendi dire?-
-Suvvia, è evidente ormai che sei,
come si è soliti dire, in dolce attesa. Di quanto sei? Almeno quattro mesi
direi guardando il tuo profilo. Pensavi di tenercelo nascosto sino a che non
fosse nato? O è una bambina? La tua prima gravidanza giusto? Curioso per una
che ha già... quanti sono?… Tre o quattro figli?-
-Tu…-
-Calmatevi.- interviene Colosso
–Vi pare il momento di discutere questo?-
Prima
che qualcuno possa rispondere nelle menti di tutti risuona un messaggio
telepatico e poi non c’è altro da dire.
6.
Molti
anni fa. New York City. La donna
guarda per la prima volta le sue due bimbe appena nate. Dio come sono belle,
pensa e che occhi verde smeraldo che hanno.
-Allora hai già deciso per il
nome?- le chiede il marito.
Lei lo guarda ed un’ombra le vela gli occhi ripensando alla verità che gli nasconde. Senso di colpa puro e semplice. Come aveva detto lui? “Quello che gli altri non sanno non può ferirli”. Lei e Magnus non si rivedranno mai più, che senso ha confessare tutto a Paul adesso?
-Per una mi piace il nome che hai
suggerito: Lorna. L’altra pensavo di chiamarla come la mia nonna slovena:
Zala.-
-Che nome strano.- commenta Paul
Dane.
-Significa “bella” in sloveno.-
risponde la moglie -Spero che sia di buon augurio per la vita che l’aspetta.-
Oggi. Hammer Bay. Genosha. Magneto è
silenzioso guarda fuori dalla finestra del Palazzo Presidenziale la nazione che
ha contribuito a forgiare in qualcosa di nuovo. È nel giusto nel fare quello
che sta facendo? Si chiede. Forse c’è ancora bisogno della sua mano per guidare
i cambiamenti, perché dovrebbe correre il rischio che tutto vada in rovina
nelle mani di qualche incompetente? Perché l’ha promesso a Xavier e tra i suoi
molti difetti non ha quello di venir meno alla parola solennemente data.
Giocherò al tuo gioco con le tue regole, Charles, pensa, ma speriamo di non
commettere un errore. Ma anche questo deve aspettare, perché ora deve
preoccuparsi di altro. Chi sta giocando con la sua vita e quella dei suoi
figli? Quel messaggio dice la verità su una donna a cui non pensava da tanti
anni e se è così allora lui ha una
responsabilità di cui farsi carico. Ma chi l’ha mandato e perché?
<<E che faresti se lo
scoprissi Magnus?>> la “voce” telepatica del Professor X risuona nella
sua mente <<Una vendetta implacabile o che altro?>>
-Sei un telepate Charles…- replica
Magneto ad alta voce -… perché non lo scopri da solo?-
<<Non occorre un telepate
per comprendere il tumulto che c’è nei tuoi pensieri, Magnus. Credo che sia
giusto che tu voglia delle risposte, ma
non sei l’unico: Pietro, Wanda e Polaris stessa hanno diritto di averle quanto
te, non tagliarli fuori.>>
<<E cosa proponi,
quindi?>>
<<Ho appena richiamato i
miei X-Men ed ho chiesto loro di contattare i Vendicatori della Costa Ovest in
cui milita Lorna Dane. Mi auguro che rispondano alla chiamata. Col giusto
spirito.>>
-Un bello spiegamento di forze per
una lettera che può essere uno scherzo.- risponde Magneto di nuovo ad alta
voce.
-Ho il presentimento che dietro
tutto questo ci sia qualcosa di più minaccioso di quanto possiamo pensare.
Qualcuno sta cercando di manipolare gli eventi e credo sia importante che
scopriamo il perché prima che sia possibile.-
Molti anni fa.
-Ecco a te, Gran Sacerdote…la prescelta del Dio del Sole.-
-Hai tenuto fede al patto, uomo del mondo esterno ed io terrò fede al mio.- risponde il Gran Sacerdote –L’alleverò come fosse mia figlia e sarà protetta da coloro che tu mi dici vogliono la sua morte. A tempo debito prenderà il mio posto come Suprema Sacerdotessa di Garokk e mai saprà la sua vera origine. Ha un nome questa bimba?-
-Nel mondo di fuori si chiamava Zala… Zala Dane, ma tu puoi chiamarla come desideri .-
-Zaladane. Suona bene e Zaladane sarà il suo nome, un nome potente e riverito in tutto l’Impero del Sole. Ora vai uomo del mondo esterno.-
L’uomo alto si avvolge ancora di più nel suo mantello ed esce. Anche questa è fatta, pensa, un altro tassello dell’ampio mosaico di inganni che va dispiegando da molti decenni. Un giorno il potenziale di quelle due bimbe potrà tornargli utile e lui saprà aspettare fino a quel momento. Dopotutto non è certo la pazienza a fargli difetto.
FINE PRIMA PARTE
NOTE DELL’AUTORE
E così termina la prima parte di una storia doppia, di che vedrà la sua conclusione su X-Men #20 eccezionalmente sempre del sottoscritto.
Poche cose da dire su quest’episodio, decisamente scarso d’azione, ma denso di avvenimenti. Andiamo con ordine:
1) Il motivo principale per cui questa storia esiste è per risolvere una serie di misteri rimasti irrisolti da decenni, primo fra tutti la verità sulla paternità di Polaris.
2) Lorna Dane è apparsa per la prima volta in Uncanny X-Men #49 dell’ottobre 1968 per mano dello scrittore Arnold Drake e dei disegnatori Don Heck (schizzi), Werner Roth (matite) e John Tartaglione (chine), anche se dovette aspettare sino al #97 dell’aprile 1976 per avere un nome in codice, Polaris, appunto. In UXM #50 veniva rivelato che Lorna era figlia di Magneto e convinta ad unirsi alla sua organizzazione di cui Mesmero era secondo in comando. Nel #52 l’Uomo Ghiaccio scopriva che Lorna non era figlia di Magneto perché… su dei vecchi giornali da lui ritrovati aveva letto che i genitori di Lorna erano morti in un incidente aereo quando lei era neonata. Evidentemente quell’anima candida di Bobby non aveva mai visto una soap opera o sentito parlare di figli illegittimi e adulteri e simili altre piacevolezze della vita. Inoltre dimostrava un’illimitata fiducia in quello che scrivono i giornali. Inutile dire che io quando lessi la storia alla verde età di 17 anni rimasi alquanto scettico sull’attendibilità di una simile spiegazione. Ma del resto: se Lorna aveva accettato di essere la figlia di Magneto solo perché glielo aveva detto lui, perché non doveva credere ad un giornale che le diceva che non lo era? -_^
3) Convinto che Polaris fosse figlia di Magneto, ho aspettato per ben 30 anni che qualcuno si decidesse a rivelarlo una volta per tutte. Quando finalmente è avvenuto, sono decisamente rimasto deluso dal risultato (Chuck Austen ed ho detto tutto. -_^), ho deciso, quindi di dire la mia e risolvere anche altri misteri in sospeso di cui parlerò più dettagliatamente nelle note di X-Men #20;
4) L’Agente della C.I.A. Richard Parker è ovviamente il padre di Peter Parker alias l’Uomo Ragno. Non ho resistito alla tentazione di usarlo in quello che è poco più di un cameo.
5) Comando è una creazione di Chris Claremont & John Bolton su Classic X-Men #19 (In Italia su Star Magazine #37). A quanto pare con questo nome sono indicati sia l’organizzazione, che il suo capo. Il Comando era un’organizzazione che dava la caccia ai criminali di guerra nazisti… a parte quelli che erano loro utili per la causa dell’anticomunismo. Magneto ha lavorato per loro finché non fece arrestare uno dei loro protetti Per tutta risposta loro tentarono di ucciderlo ed uccisero, però Isabelle (cognome non pervenuto-_^), medico personale ed amante di Magneto all’epoca. La collera di Magneto fu tremenda e l’esperienza lo spinse nella sua crociata pro mutanti ed a diventare, quindi, il personaggio che tutti conoscemmo in Uncanny X-Men #1.
6) Il personaggio di Anja Horvat è mia esclusiva creazione e le sue ascendenze slovene (come scopriremo in X-Men 20, era per metà scozzese e per metà slovena) lo ho introdotte solo per giustificare il nome della seconda figlia, Zala, che è un nome sloveno, per l’appunto.
7) Il nazista Von Luntz è una mia invenzione, ma i suoi assistenti non lo sono affatto e se sono convinto che avrete facilmente individuato il buffo ometto con un’antenna al posto della testa ed il viso sul torace, forse Hector Santiago vi sarà meno familiare. Vi dico subito che le sue uniche apparizioni (successive cronologicamente di almeno 20 anni a questa) sono avvenute su Captain America Vol 1° #206/208 (Thor, Corno #186/188)..
8) Zaladane o Zala Dane è stata creata da Gerry Conway & Barry Windsor-Smith in Astonishing Tales #3 del dicembre 1970.(Albi dei Super Eroi, Corno, #8) Ha rivelato il suo legame familiare con Lorna in Uncanny X -Men #249 del settembre 1989 (Gli Incredibili X-Men, Star, #40). Come avesse fatto scoprirlo lei stessa è un mistero su cui torneremo in seguito.
9) Chi è il misterioso dottor Milbury così interessato alle gemelle Dane? Spiacente, ma se non l’avete capito da soli, dovrete avere pazienza ed aspettare per avere la risposta.
10) Dal punto di vista della continuity questa storia si svolge dopo Vendicatori #70 ed ovviamente dopo Vendicatori Costa Ovest Annual #1 in cui i VCO si scontrano con gli Z’Nox. Per la prima volta nella sua storia questa serie ha una storia che si svolge dopo quella in uscita contemporanea di Vendicatori. Tutta colpa di Volino e della sua mania di fare saghe di 10 (rectius: 14 -_^) parti che si svolgono tutte nell’arco di poche ore senza interruzioni apprezzabili in cui infilare qualcosa. -_^
E per ora è tutto. La storia di Polaris continua su X-Men #20 in cui tutti i nodi vengono al pettine e tutti, ma proprio tutti, i segreti di Lorna e Zala Dane vengono svelati o quasi. Ospite d’onore: un classico vecchio avversario degli X-Men. Nel prossimo episodio, invece: “Complotto per un omicidio”. Un misterioso killer sta uccidendo i testimoni nel processo Donalbain ed ha anche un contratto sui Vendicatori. Possono i nostri eroi cavarsela contro un nemico che non riescono neanche a vedere?
Carlo
[1] Nell’ultimo episodio,
[2] Lorna ancora non sa che Havok è misteriosamente ancora vivo ed è il leader di WorldWatch.
[3] Promesse a seguito degli eventi di X-Men #16.
[4] Nell’ultimo episodio, non lo avevo già detto? -_^
[5] Come visto in dettaglio su Vendicatori #63.
[6] In Giant Size Avengers #1 (Thor, Corno,
#133/134).
[7] In Avengers Vol 1°#181/182 (Uomo Ragno 2° Serie, Corno, #3/6).
[8] Avengers Vol 1° #185/187 (Uomo Ragno 2° Serie, Corno, #13/18-19/20) e Vision & Scarlet Witch Vol 1° #4 (Play Book #1).
[9] In Uncanny X-Men #49/52 (Capitan America, Corno, #51/56).